L'assistente nazionale, Don Alfonso, ci racconta: "Nella frazione pomeridiana dei lavori, il MAC ha partecipato al gruppo che avrebbe affrontato il tema della metodologia inclusiva dal punto di vista pedagogico, specialmente pastorale. Ho concentrato l'intervento su una determinata riflessione: è necessario un focus che anticipi l'attenzione sul processo tecnico del versante pedagogico in quanto bisogna capire che la relazione, l'accoglienza e la reciprocità sono determinanti e, purtroppo, molto spesso mancano nelle nostre chiese, da questi fattori soltanto possono nascere poi tutte le tecniche possibili di intervento! Significativo e foriero, è bene ricordarlo, è stato l'intervento del vice presidente della CEI Monsignor Giampiero Palmieri, del venerdì pomeriggio, il quale auspicava già le nostre chiese ad abbattere ogni tipo di barriera. Proprio riprendendo questo spunto, ho ribadito questa evidente difficoltà invitando a migliorare l'accoglienza verso la disabilità. Dovremmo infatti capire quanto è importante la lentezza! Mi permetto di considerare la lentezza, che è un evidente ma apparente ostacolo, che si impone e ci impone, per ovvi motivi, la persona con disabilità. Essa deve divenire valore aggiunto, inteso come possibilità di ampliare la riflessione e l'approfondimento dei temi trattati al convegno affinché ci permettano di mantenere costante il nostro passo con chi vive la disabilità in ogni sua forma, la vive magari in estrema difficoltà, e con chi viene considerato ultimo, che evidentemente non lo è per nulla! con un esplicito richiamo agli insegnamenti e all'operato di Don Tonino Bello".