Movimento Apostolico Ciechi

Immagine di copertina: un lavoro prodotto durante un laboratorio formativo

“Autonomia e relazione” 

Luce e Amore Anno LXXII - N.2 Aprile/Giugno 2022
Pubblicazione trimestrale del Movimento Apostolico Ciechi

“Dalla fraternità vissuta in famiglia,
nasce la solidarietà nella società,
che non consiste solo nel dare ai
bisognosi, ma nell’essere responsabili
l’uno dell’altro. Se vediamo nell’altro
un fratello, nessuno può rimanere
escluso, nessuno può rimanere
separato.” 

Papa Francesco 

 

 

SOMMARIO

◼︎EDITORIALE

- Il ritorno all’età del mito
di Francesco Scelzo

 

◼︎LA PAROLA E LA VITA

- Fragilità e responsabilità nel mondo
di don Alfonso Giorgio

◼︎InFORMAZIONE e ...

- La grammatica della comunicazione per un dialogo autentico
di Fabio Zavattaro

- Il percorso sinodale avviato dal Papa: una Chiesa in cammino verso il futuro
di Salvatore Cernuzio

- In ascolto e in cammino insieme – qualche riflessione a margine della “Settimana Laudato si’ ”
di Andrea La Regina

◼︎SPECIALE Autonomie possibili

- Comunità di appartenenza e disabilità grave
di Domenico Vaccaro

- Le iniziative formative e le attività di Agenzia Pedagogica: il progetto Autonomie Possibili in sintesi
di Francesco Scelzo

Il progetto Autonomie Possibili in Campania, Basilicata, Lazio e Puglia di Caterina De Luisi

- In Lombardia riprende il cammino con 10 famiglie, i professionisti e alcuni volontari
Antonio Pellizzaro

- L’A.N.Fa.Mi.V. e le iniziative progettuali in Veneto e Friuli
Edda Calligaris

- Famiglie, comunità e Agenzie Educative: i beneficiari delle attività progettuali in Sicilia
A.Amore, E.Pianeta, P.Speranza

- L’Agenzia Pedagogica per la Liguria e l’accompagnamento della famiglia
L. Arienti, D.Iula, L.Raspi, S.Manarolo

- Le iniziative progettuali in Toscana
di Antonella De Ruvo

- Arteterapia e musicoterapia negli interventi educativi in Emilia
di S. Bentivegna, L. Bonfiglioli, S. Presti, E .Spataro

- Stage residenziali, iniziative di grande significato nelle Marche
di Nella Rapaccini

◼︎PROMOZIONE SOCIALE IN ITALIA

- Il Santuario La Verna sempre più accogliente
di Luigi Vieri

- La lettera di una mamma
di Alessia Bramati

◼︎RACCONTI DAL TERRITORIO

La Prima Comunione di Stefano
di Caterina De Luisi

Buone prassi - l’esempio di una parrocchia bergamasca
di Margherita Merlini

Caltagirone

– inaugurata la nuova sede MAC

Lombardia

i gruppi MAC si incontrano a Bergamo
di Mariagrazia Seva

A Martano consegnato il premio Antonio Muñoz e a Susans il premio don Brugnani
di Angelo Liso e Giampaolo Bulligan

Reggio Emilia

incontro di spiritualità
di Lorenza Carra

Venezia

– il gruppo incontra il Patriarca
di Luigi Saccoman

Editoriale

di Francesco Scelzo 

Il ritorno all’età del mito

editoriale luce e amore 2 2022

L' uomo, benché chiamato alla libertà, benché costituito libero e forte, sperimenta nella sua concretezza storica la finitudine, la grave fragilità e, purtroppo, anche la guerra.
Sono questi temi profondi che investono il senso della vita e le ragioni dell’esistenza e, perciò, bisogna avvicinarli con prudenza e con attenzione. Il nostro tempo, tempo della chiacchiera e
tempo della comunicazione rapida e veloce, “social”, tratta anche questi temi spesso con superficialità, con velocità rischiando di banalizzare riflessioni complesse.

L’esperienza di una famiglia in cui vive una persona con pluriminorazione psicosensoriale, una persona con diverse disabilità (intellettiva, neuromotoria, sensoriale, di relazione) tutte combinate, è molto complessa e faticosa; ad essa è opportuno avvicinarsi con cautela e con attenzione ma, soprattutto, essendo in possesso di un bagaglio di competenza maturato con lo studio o con l’esperienza. L’esperienza di una guerra, ancor più se vissuta praticamente in diretta e quotidianamente, è per i popoli un’esperienza drammatica e non facilmente valutabile in termini di emozioni e di comunicazione rapida; anche questa meriterebbe un approccio approfondito e competente.

La guerra, come la grave fragilità, ci interpella sul senso profondo dell’esistere, è un richiamo forte alla nostra finitudine; ci ricordano che l’uomo è sospeso tra possibilità, sì, ma anche vincoli e limiti; è un forte e pesante interrogativo sulla libertà e sulla vocazione umana ad essere costruttore della propria storia, così come sul destino di ciascuno di noi, sulla morte e forse, spesso, anche sulla fine del mondo. Queste esperienze di sospensione tragica spingono l’uomo verso una visione di sé che appartiene a una età primordiale, l’età del mito. In questi mesi, in cui la guerra è nelle nostre case quotidianamente, si percepisce e si avverte un forte ritorno all’età del mito, così come accade a volte anche di fronte alla grave disabilità quando si cede a proposte “miracolistiche” o si ricorre a strategie “magiche”.

Di tutto il racconto della guerra, torna forte nella mia mente una immagine raccontata con dovizia di particolari: un uomo solo, con un cero rosso in mano acceso, dentro una maestosa costruzione come la Cattedrale di Mosca, durante la Celebrazione per eccellenza della Fede cristiana quale è il Mistero Pasquale.
Con velocità è stata commentata questa immagine come una immagine forte e contraddittoria; è una immagine che meritava, e merita, un approfondimento profondo e una meditazione lunga e attenta su chi è l’uomo.

È incomprensibile! Tuttavia, quando si vivono esperienze così forti come la malattia o la disabilità grave, come la guerra, l’uomo riscopre la propria dimensione di essere “religiosus”, dimensione che ci spinge a evocare sentimenti che spingono ad andare oltre; religioso è la condizione per cui l’uomo tende ad oltrepassare la propria esistenza. È questa la ragione per cui di fronte a una grave disabilità si interpellano maghi e santoni, a volte; è questa la ragione per cui i popoli in guerra, spesso, cedono a sentimenti “imperiali” o si rifugiano nella religione positiva, l’organizzazione visibile ed esteriore di una Fede. È necessario comprendere e valutare con riflessione gli atteggiamenti di autorità religiose o di capi di Stato che in occasione delle guerre manifestano fino all’ostentazione l’adesione a una fede, almeno nelle manifestazioni esteriori; si rischia di divenire, come ci richiama papa Francesco, “chierichetti dei governanti”, di asservire la propria fede a scopi diversi che appaiono espressione coerente di essa. È necessario essere prudenti e attenti nei confronti di chi, coinvolto in un conflitto, pur avendolo magari avviato, vorrebbe uscirne in forza di quella dimensione interiore che è la religiosità, la dimensione del tendere verso, del voler andare oltre. Emerge, in noi, l’uomo antico dell’età del mito, il tempo in cui l’uomo di fronte agli eventi naturali, di fronte ai nodi dell’esistenza ricorreva alla mitologia. In questo tempo, il livello della storia veniva assorbito nel livello della religiosità; vi era, per così dire, una commistione tra Dio o gli dei e gli uomini. Tutti abbiamo ben presente i classici della mitologia, come l’Iliade e l’Odissea; a tutti noi potrebbero venire in mente Achille, Ettore, Ulisse, uomini misteriosamente collegati agli dei. A tutti noi verranno certamente in mente chi nella storia ha incarnato questo ritorno al mito, come Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, Garibaldi, Che Guevara. Tutte queste personalità, forti, sono circondate da un alone misterioso, come investiti di una missione religiosa. Non sfuggono a questa “missione religiosa” anche i governanti protagonisti di guerre ai nostri giorni: qualcuno richiama sentimenti antichi di imperialismo proponendo il ripristino di simboli imperiali come gli strumenti e i criteri di misurazione, come accade nel Regno Unito, altri evocano purezza religiosa o sentimenti quasi primordiali di appartenenza a un popolo, a un territorio delimitato misticamente da confini che ne determinano la loro natura e la loro vocazione storica.

L’uomo cristiano, l’uomo della tradizione biblica è radicalmente differente dall’uomo religiosus.

L’uomo immagine di Dio, del Dio Creatore ma immerso nella storia, l’Emanuele, “Dio con noi”, è vivificato dallo Spirito, da un fremito di vento quale è la Ruah; è l’uomo “autoexusios”, l’uomo chiamato a costruire la storia con la forza della mitezza, l’uomo dotato di potere per costruire la storia, l’uomo delle scoperte e delle invenzioni e insieme l’uomo delle sconfitte e delle fragilità, è costitutivamente potente fino al punto di poter dominare se stesso. L’uomo spirituale è l’uomo del dominio di sé, è l’uomo che ha la libertà e la possibilità di scegliere di fare il bene e di scegliere di fare il male, di collocarsi in sintonia con Dio o di spezzare questa relazione. Il Dio dei cristiani non è il Dio totalizzante e immobile dei filosofi, ma è il Dio che vive accanto all’uomo e si fa compagno del suo cammino senza costrizioni necessarie proprie del Dio immobile e totalizzante. L’uomo cristiano, l’uomo della tradizione biblica, così come l’uomo dell’età del mito o dell’età della scienza non è, e non può essere, indipendente dal suo Dio. L’uomo spirituale, tuttavia, ha un rapporto con Dio che lo rende persona, libero e responsabile, forte e debole, l’uomo religiosus cerca di trovare in se stesso la forza di andare oltre, ragionando per “mito”, affidandosi a forze, per così dire, magiche. L’uomo religiosus ambisce ad andare oltre il dato per rimanere nella storia, l’uomo spirituale è immerso nella storia e la costruisce dal di dentro.

Nelle esperienze di grande fragilità, come in quelle della guerra, ci si confronta con il male, con la radicalità del male che è la negazione della vita; in una guerra la vita rischia di non avere alcun valore e se la vita non ha valore l’uomo perde ogni senso di sé. Nella fragilità grave, in cui sembra che si colga l’impossibilità della propria scelta, in cui l’uomo si avverte come in catene, il male sembra prevalere in modo totale sulla possibilità dell’esistere. Esistere, infatti, significa avere la possibilità di sporgersi, di promuoversi, di camminare nella storia e di costruire la realtà. Nella guerra, come nella fragilità gravissima, si coglie un senso di annientamento, di nichilismo e, perciò, della negazione della vita. L’uomo spirituale, libero e forte, “domina” anche la guerra, anche la gravissima disabilità, anche la morte. Sperimenta l’inquietudine esistenziale, spirituale, filosofica e teologica, ma non rimane senza prospettiva, senza futuro; aprirsi al futuro e a ogni piccola briciola di vita è il senso dell’essere umano immerso nella storia.

In questi giorni, molto spesso, viene evocata una espressione attribuita a Bonhooeffer che, in realtà, non si trova nei suoi scritti ma sembra appartenere alla tradizione orale: di fronte a un pazzo al volante che si lancia su una folla, il cristiano non può limitarsi a pregare o a consolare, ma deve farsi parte attiva per bloccare, o eliminare anche, questo folle. Il senso più vero di questa posizione di Bonhoeffer è riconducibile all’esercizio della responsabilità e della scelta dell’uomo, pur inquieto, pur nella grave fragilità, pur in guerra.

Sant’Agostino, che ha affrontato la questione del male definendolo “privazione del bene”, per cui il male non esiste come sostanza, come realtà indipendente al di fuori e al di sopra dell’uomo, sembra avvalorare questa interpretazione ritenendo che il male sia una perversione della volontà e, perciò, anche per sant’Agostino una conseguenza della scelta libera dell’uomo. Egli propone, infatti, una triplice qualificazione del male: metafisico, per così dire di natura, appartiene all’imperfezione delle cose che in sé e per sostanza sono buone, fisico, che segna l’uomo come creatura e conseguenza del peccato originale e, infine, morale, come perversione della volontà, per cui l’uomo si orienta a un bene diverso da un Bene Sommo; nelle prime due il male è una imperfezione, una incompiutezza del bene, mentre nella terza è conseguenza di una libera scelta.

Per Bonhoeffer e sant’Agostino l’uomo è chiamato alla scelta e all’azione; di fronte al male e nel male non si può essere indifferenti; di fronte alla guerra e alla grave disabilità siamo chiamati a scegliere. L’uomo, nella sua libertà, è chiamato all’“obbedienza”, che significa ascoltare la realtà nella sua pienezza, e perciò in primo luogo il Creatore e poi il Creato, e alla responsabilità, che significa impegno e traduzione in azioni concrete della libertà. Chi sceglie la vita sceglie per il bene, chi sceglie la morte sceglie per il male, per cui si è costruttori di pace se si è promotori e difensori della vita in modo attivo senza cedere alla tentazione della inattività o, addirittura, della indifferenza.

 

LA PAROLA E LA VITA

Fragilità e responsabilità nel mondo

di don Alfonso Giorgio

immagine che rappresenta l'incontro di due generazioni, utilizzata per la parola e la vita di luce e amore 2 2022

Un bambino che percorreva la lunga ed insidiosa strada della vita, fu assalito da terribili ed oscuri mali che lo lasciarono privo di sensi, inerme e solo ai margini della solitaria strada; passò di lì un neuropsichiatra e sentenziò: “cerebropatia grave”, scosse il capo e proseguì; passò uno psicologo, guardò il bimbo e sentenziò: “irrecuperabile”, e andò oltre. Infine passò un educatore, sentì il pianto del bimbo, se lo caricò in braccio e con lui proseguì la deserta strada”

(Trattoda E. CEPPI, M. E.CEPPI, R. CHIARELLI, A. PASSARO, Il bambino non vedente pluriminorato, Edizioni Borla 1992)

Questo racconto, che parafrasa la parabola del Buon Samaritano, vuole mettere in luce le differenti modalità di approccio alla disabilità. Il medico non può che stendere una diagnosi soffermandosi sugli aspetti dolorosi e la parte lesa della persona. Suo compito, effettivamente, è cercare una cura e, se questo non è possibile, non può che rimanerne deluso. Non potendo offrire risposte significative ai genitori, si limita a scrivere la diagnosi e consegnarla loro che, di fronte a quelle difficili parole tecniche e complesse, spesso non sanno che fare. Lo psicologo, ugualmente, non riesce ad andare oltre quello che vede e, con un senso di frustrazione, a volte, è costretto a declinare. Così anche il riabilitatore, si limita agli aspetti specifici che riguardano il settore specifico del corpo interessato al recupero delle funzionalità.

Accade molto spesso che la persona con disabilità venga presa in considerazione a prescindere dal proprio contesto di vita e dal suo ambiente privato famigliare. Un approccio giusto è quello dell’educatore o comunque di chi riesce ad andare al di là dei danni visibili e si concentra invece sulle potenzialità, sulle funzioni residue, valorizzandole e cercando di stimolarle e potenziarle al massimo.

Indubbiamente il futuro della famiglia, e di coloro che vivono una condizione di disabilità in un contesto famigliare o comunitario, sta proprio in questo approccio umano e cristiano in senso pieno, che prevede un’accoglienza a trecentosessanta gradi della persona fragile, con il preponderante desiderio di affiancarla e lottare perché possa raggiungere livelli altissimi di serenità e di benessere complessivo.

Quello che occorre, in definitiva, è l’amore. È necessario un approccio diverso, quello che oggi viene chiamato approccio “bio-psico-sociale” (Cfr. Engels, 1977; Scwartz, 1982). Si tratta di un approccio sistemico, che ritiene ci sia una fondamentale interdipendenza tra tutti i fenomeni fisici, biologici, psicologici, sociali e culturali. Si parte cioè da una prospettiva diversa, tutta volta alla promozione della salute e alla prevenzione, anche se, in questo caso, non si può parlare di prevenzione primaria. Una sorta di “presa in carico” della famiglia con persone con disabilità che viene oggi realizzata dando attenzione all’integrazione tra le diverse professioni (medico, psicologo, assistente sociale, educatore, ecc.), allo scopo di consolidare le strategie di coping, di favorire l’integrazione con la rete sociale e la crescita di una progettualità che sia più ampia possibile e che guardi anche al futuro, cioè quello che viene chiamato il “progetto di vita”.

In quest’ottica si punta alla buona qualità di vita, definita dall’OMS come “la percezione soggettiva da parte dell’individuo della sua vita, del bambino con disabilità e a quella dei membri che compongono la sua famiglia, dal momento che anch’essi sono responsabili in prima persona, del benessere del bambino”.

Occorre comunque precisare che non basta approcciarsi alle persone semplicemente da tecnici competenti, occorre andare oltre. In questo senso la Chiesa potrà fare sempre di più, perché è esperta in umanità e non può che diffondere sempre e ovunque l’amore di Dio per tutte le creature.

Come Chiesa, comunità dei credenti, non dobbiamo porci in atteggiamento di superiorità, cioè dalla parte di “chi deve curare” distinti dai “curati”, ma piuttosto con l’atteggiamento di chi riconosce il proprio limite, il proprio stato ontologico di fragilità. La fragilità caratterizza il cammino di vita di ogni persona e di ogni realtà umana. La fragilità sta al cuore del mondo. Non si può iniziare una relazione ponendosi su un piano diverso. Gesù ha toccato le anime immedesimandosi in esse. Quando si avvicinò alla Samaritana le chiese da bere. Perché aveva bisogno di lei. Forse, se avesse cominciato a farle una predica se ne sarebbe andata via.

“Ho bisogno di te” questo dovrebbe essere l’atteggiamento della Chiesa e di ogni comunità o persona che voglia relazionarsi con un’altra persona e ancor più con persone particolarmente vulnerabili. Non è il superman a guarire ma colui che sa di avere un cuore ferito, ne è consapevole e sa stare di fronte ad altri cuori feriti. Ecco, allora, che ogni persona credente, in qualunque situazione si trovi, può essere “inviata” nel mondo ad annunciare la consolazione dello Spirito e la gioia del Vangelo. La fragilità, dai più considerata limitante e dannosa, va riscoperta nella sua profondità e anche nella sua forza.

Un bambino con spettro autistico di recente mi ha stupito, quando nell’atto di presentarmi a lui con le mani e le braccia aperte mi ha abbracciato. Da lì ho capito che dovremmo mettere le nostre mani nelle mani dell’altro, questo messaggio è più forte di ogni predica e di ogni teoria. Tutti possono evangelizzare perché tutti possono amare, tutti possono abbracciare, tutti possono consolare ed essere consolati.

Siamo tutti fragili e talvolta questa fragilità può renderci vulnerabili. Lo sperimentiamo su di noi umani ad ogni livello. Ciononostante non possiamo non ammettere di essere nati per fronteggiare la vita ma anche per aiutarla, per portare amore e pace nei cuori; siamo fatti per esserci e per donare, nessuno escluso. È una sfida per tutti e particolarmente per i più fragili perché è proprio da loro che può ripartire il senso più vero della grandezza dell’uomo nella storia e nella creazione, oltre che la grandezza di Dio che è vicino a tutti, particolarmente a chi soffre di più.

Immagine di Papa Leone XIV da ripresa TV

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immagine usata per il convegno che rappresenta Quattro alberi nelle quattro stagioni. Davanti a essi, sagome colorate di persone in diverse stagioni della vita.

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immagine del sacro cuore di Gesù

Lettera di Quaresima dell'Assistente nazionale del MAC Don A…

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in...

albero dal logo MAC

Assegnato il Premio Brugnani 2024

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Il MAC al taglio del nastro con la ministra Locatelli

La ministra per le disabilità e il MAC al taglio del nastro…

La porticina è rimasta piccola, quasi a evocare storicamente la grande tradizione di accoglienza e aiuto che ora è sfiorata...

Foto dai media Vaticani del saluto del papa al presidente Patané e a Don Alfonso Giorgio

Tutto il MAC prega per il Papa

  Carissimi amici, fratelli e sorelle in Cristo, in questi giorni viviamo con non poca trepidazione le nostre giornate pensando al...

albero dal logo MAC

Vincitori del premio “Antonio Muñoz” 2024

Il 10 febbraio si è riunito il Comitato di valutazione del premio “Antonio Muñoz”, promosso dal MAC e rivolto agli...

logo del MAC

Calendario attività nazionali 2025

Lo scorso 25 gennaio il Consiglio nazionale del MAC ha definito il calendario delle iniziative associative del 2025. Quest'anno il calendario è caratterizzato dagli eventi giubilari...

Assegnato il premio “Diana Lorenzani” 2024

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Giubileo 2025: Il MAC all'inaugurazione dello spazio di acco…

Mercoledì 22 gennaio una rappresentanza del Movimento Apostolico Ciechi con l'Assistente nazionale del MAC, don Alfonso Giorgio, ha partecipato alla celebrazione...

esterno del sussidio con la mappa del percorso

Sussidio inclusivo CEI per il Giubileo 2025

"Noi pellegrini di speranza” è il titolo del sussidio realizzato dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità inclusivo...

foto riviste Luce e Amore del MAC in formato stampa

Campagna Abbonamenti 2025

È in corso la campagna abbonamenti 2025 alle riviste associative del MAC: “Luce e Amore” offre una panoramica su temi inerenti...

locandina convegno

Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace

Il tema del messaggio di Papa Francesco  in occasione della 58a Giornata Mondiale per la Pace 2025, che si celebra...

in foto gruppo di persone al termine di una visita in Vaticano

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Il prossimo 24 dicembre si aprirà il Giubileo 2025, il cui motto è “Pellegrini di speranza”. Inizia un anno di...

Kapedo- Uganda. Un catechista di fronte ad una folla di adulti e bambini in ascolto

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I Magi di Mowbray

Natale 2024

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il papa che saluta i partecipanti all'incontro del mac nel 2018

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il vescovo di Siracusa con il gruppo MAC di Verona

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dettaglio delle mani di una pèersona anziana che utilizza una tavoletta braille

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fermo immagine dal video del MAC

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A settembre avrà inizio l’anno associativo 2024-2025. Il Consiglio nazionale del MAC, in sintonia con il cammino di tutta la Chiesa...

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Comunichiamo che da lunedì 5 a sabato 17 agosto 2024 gli uffici del Centro Nazionale MAC resteranno chiusi per la pausa...

immagine di Piazza San Pietro a Roma

Aperte le iscrizioni alle Giornate della Condivisione

Per informazioni utili e per iscriversi: Allegati Informazioni utili Giornate Condivisione 2024 Scheda personale di iscrizione Giornate della Condivisione 2024 Richiesta partecipazione minorenni e...

frontespizio gazzetta ufficiale

Modifiche al Codice del Terzo Settore

La Gazzetta Ufficiale 168 del 19/07/2024 pubblica la Legge 104/2024 “Disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del...

Il vescovo di Verona saluta i partecipanti durante la sua visita  a Corbiolo

Monsignor Pompili, vescovo di Verona, visita il MAC a Corbio…

Avviandosi alla conclusione, i partecipanti alle Giornate di Spiritualità e Formazione del MAC del 2024 hanno gioito ricevendo la visita...

Momento del corso di Braille in aula a Cerda

70 ore per entrare con i puntini nel mondo dei ciechi

Corso di Braille e tifloinformatica per 25 insegnanti dell’istituto Comprensivo Luigi Pirandello di Cerda Martedì 25 giugno, con un esame finale...

Persone intente a dare da mangiare agli animali in una stalla

Adigrat: il nostro impegno continua

Condividiamo con gioia una lettera ricevuta dalla direzione del Centro “Santa Maria del soccorso” di Adigrat. Il MAC sostiene in Etiopia...

Il benvenuto del presidente Patané e di don Alfonso Giorgio alle Giornate nazionali di spiritualità Corbiolo 2024

Giornate nazionali Spiritualità e Formazione 2024

Sono iniziate venerdì 28 giugno le Giornate della Spiritualità e Formazione del MAC presso Casa "Teresa Fusetti" a Corbiolo di...

logo del MAC

Nola 50° Gruppo diocesano MAC

Il 5 giugno scorso si è riunita l'assemblea del Gruppo di Nola, che ha eletto il nuovo Consiglio diocesano: il...

momento della premiazione con consegna della pergamena

Il Premio Don Giovanni Brugnani 2023 consegnato a Lesmo (Mon…

La scorso 12 giugno la Parrocchia Santa Maria Assunta di Lesmo (Monza Brianza) ha ricevuto il Premio “Don Giovanni Brugnani...

papa Francesco saluta dalla papa mobile allo stadio di Verona

Il Mac partecipa alla visita di Papa Francesco a Verona

Sabato 18 maggio i gruppi MAC di Verona, Vicenza e Rovigo hanno partecipato alla Santa Messa presieduta da Papa Francesco...

Foto di don Alfonso

Auguri Don Alfonso!

Oggi, 28 maggio 2024, ricorrono 30 anni dall’ordinazione sacerdotale di Don Alfonso Giorgio, Assistente ecclesiastico nazionale del Movimento Apostolico Ciechi. Tutto...

Pubblicata la bolla di indizione per il Giubileo 2025

Il 9 maggio è stata pubblicata la Bolla pontificia “Spes non confundit” con cui Papa Francesco ha indetto il Giubileo...

Nella diocesi di Gaeta nasce un nuovo gruppo MAC

Venerdì 10 maggio, presso la sala del consiglio comunale di Formia, si è svolto il primo incontrodel nascente gruppo diocesano...

consegna premio alla parrocchia di Cerda

Il Premio Don Giovanni Brugnani 2023 consegnato a Cerda (Pal…

Domenica 5 maggio 2024 il Presidente nazionale del Movimento Apostolico Ciechi ha consegnato il premio alla Parrocchia Maria Santissima Immacolata...

Salvatore Nocera durante l'intervista

Progetto Dappertutto: intervista a Salvatore Nocera

Prosegue la collaborazione del Movimento Apostolico Ciechi con la Cooperativa sociale Raggio di Luce. Alla bellissima esperienza vissuta col progetto "Oltre...

Foto dell'intervento del MAC al Convegno

Il MAC al Convegno Nazionale "Noi, non loro"

Si è tenuto a Napoli, presso il complesso Universitario di Scampia - Università degli studi di Napoli Federico II, dal...

in foto il pacco con la stampante braille pronta per essere spedita in Benin

Una stampante Braille in Benin: obiettivo raggiunto

Adélaide Tognizin è una suora che opera in Benin da molti anni. Dirige il Centro Siloé Djanglanmey delle suore dell'ordine “Serve...

particolare del logo del MAC

Due nuovi gruppi diocesani

Nella riunione del Consiglio nazionale del 15 aprile 2024 è stata formalizzata l'iscrizione al MAC di due nuovi gruppi diocesani:...

foto di don Sergio

Ciao Don Sergio!

È ritornato alla casa del Padre Don Sergio Manarolo, storico assistente del Gruppo MAC di Genova sempre impegnato in attività...

prima pagina del programma dell'evento

Il MAC parteciperà al Convegno Nazionale "Noi non loro…

Il MAC parteciperà al 3° Convegno nazionale organizzato dal Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della CEI.  Il...

immagine di un corso di formazione

"Sviluppo e dis-abilità": corso di formazione per…

Partito a Pisa il corso intitolato "Sviluppo e dis-abilità, organizzato dal MAC in collaborazione con l'Istituto comprensivo "Liana Strenta Tongiorgi" di...

rappresentazione pittorica

Pasqua 2024

‍“Il Crocefisso è l’immortale, è Dio! Gittata al terzo sol la fredda pietra,  raggiante apparve alla seconda vita…”. (Maria Motta, fondatrice del MAC...

Foto ricordo del MAC con il cardinale Zuppi

Il cardinal Zuppi alle prossime Giornate della Condivisione

Lunedì 11 marzo presso la sede vescovile di Bologna il Consiglio di Presidenza del MAC, accompagnato dall'Assistente nazionale Don Alfonso...

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